Sezione “LEGGERE LAGUNE”
PRIMO PREMIO:
Lucia Lo Bianco
Canto di carusi
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Foglie screziate dal vento
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Per diventare materia dentro un sogno
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Solitudine nell’onda
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Urla una donna nella pioggia
Motivazione:
la giuria ha deciso di indicare come vincitrice questa poetessa per l’originalità della impostazione della scrittura.
Le immagini sono intense e palpabili, come i sentimenti forti a cui rimandano.
SECONDO PREMIO:
Davide Rocco Colacrai
Il posto solitario delle cose nascoste
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Trilogia dell’addio II – L’universo in una mano
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La mia creazione e Dio
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Lettera a una donna che non è
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Eravamo nudi, come piccole lumache
Motivazione:
I versi del poeta sono dotati di grande mobilità e di incisività.
Va riconosciuta una certa originalità nei contenuti e nelle scelte linguistiche.
TERZO PREMIO:
Sergio Gregorin
Coronavirus
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Dò tal palù
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I zerci ta l’aqua
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‘N sas
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Pirule de tenp
Motivazione e Menzione d’onore:
Il terzo premio va a questo autore, di cui colpiscono i suoni, il ritmo, le pause.
Piacevole è la lettura dei suoi versi, che colpiscono particolarmente per la capacità di penetrare ed incalzare il lettore.
Allo stesso poeta viene riconosciuta la menzione d’onore, perché non è così scontato saper comunicare i propri sentimenti in una lingua non comune tra autore e lettore.
SEZIONE “ISOLE DELLA LAGUNA”
Primo premio:
Anita Menegozzo
Capovolto
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Una forma di marea
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Ammalia
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Stile
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Venezia
Motivazione:
Colpiscono la musicalità e il ritmo della poesia di Anita Menegozzo, insieme alla capacità
descrittiva grazie ad un uso delle parole che diventano pennellate e portano il lettore tra le isole della laguna.
Secondo Premio:
Silvano Visintin
Gli specchi di Versailles
Motivazione:
La storia di Venezia non è la storia di una città, ma la storia di una millenaria civiltà, fin dalle sue origini intrecciata con leggende ed aneddoti intensi a creare il mito.
Questo racconto, ricco di spunti storici ed aneddoti, attraverso vicende umane, trame internazionali e spietate concorrenze commerciali, ci parla di un’arte che rese Venezia famosa in tutto il mondo: l’arte vetraria, il segreto della cui eccellenza era custodito gelosamente nell’isola di Murano.
SEZIONE “ORTI DEI DOGI”
Primo premio:
Piero Sesia
Troppo grande e troppo piccola
Motivazione:
Con il linguaggio sobrio ma molto incisivo, la scrittrice ci parla di una difficile infanzia, trascorsa in un mondo contadino molto povero e umile, in cui la scuola e l’apprendimento rappresentano l’unica via di riscatto.
Un mondo vissuto dalla piccola protagonista con profonda partecipazione emotiva e sentimentale, temperata da affettuosa ironia.
E’ una parabola della vita che ci riserva prove ed esperienze a fronte delle quali, per quanto tentiamo di darci da fare per diventare “grandi”, rimaniamo – come la nostra simpatica, determinata e disillusa Giovanna – “troppo piccoli”.
Secondo Premio:
Luca Bertini
Take a stand
Motivazione:
Prendi una posizione, fai una scelta.
Il racconto, coinvolgente per il suo ritmo narrativo, ricorda un famoso episodio accaduto durante le olimpiadi messicane del 1968.
Per i 200 metri, salirono sul podio due atleti di colore – Tommie Smith e John Carlos – per il primo e terzo piazzamento, che, all’atto della premiazione, alzarono il pugno con un guanto nero per rivendicare i diritti del popolo nero.
Il secondo classificato, l’australiano Petern Norman, ebbe il coraggio di associarsi al gesto di protesta appuntando sulla sua tuta una spilla con la scritta “ Olympic Project for Human Right”.
Questo gesto gli costò l’ostracismo politico e sportivo nel suo Paese, compromettendo la sua carriera, ma lo consacrò indimenticabile campione nella lotta contro ogni discriminazione di razza.
Terzo premio:
Piko Cordis
L’irregolare
Motivazione:
Con una scrittura molto efficace nella descrizione di personaggi ed ambientazioni, quasi utilizzando una cifra cinematografica, il racconto ci narra delle “ragioni dell’arte” di uno dei più “romanzeschi” pittori del Seicento: Michelangelo Merisi, detto Caravaggio (dal suo luogo di origine), e del suo rapporto artistico ed amoroso con la cortigiana Lena, che gli fa da modella per la rappresentazione di una Madonna.
Molto ben descritti sono il clima in cui opera l’artista e i tratti del suo messaggio pittorico, “irregolare” rispetto a canoni culturali della società del suo tempo.
SEZIONE“ORTI DEI DOGI” Romanzo
Primo Premio:
Michele Zanetti
Opera:
L’inseguimento
Motivazione:
La profonda conoscenza dell’ambiente lagunare, della flora e della fauna, insieme al variegato cosmo di personaggi assai curiosi, fa di questo romanzo un racconto avvincente e fedele, memore di autobiografiche esperienze.
La lotta intrapresa fra astuti e imprendibili bracconieri e altrettanto intransigenti guardiacaccia, fra cui si staglia la figura del protagonista, si trasforma in un’epica competizione di acute intelligenze messe in campo, di inseguimenti mozzafiato che violentano le silenti distese equoree della laguna nord, trasformandola in vero campo di battaglia senza esclusione di colpi, sempre alla ricerca di ristabilire l’ordine sovvertito e riportare al trionfo della giustizia e alla dura repressione di qualsiasi illecito.
Secondo Premio:
Paola Pozzolo
Opera:
Un caso di serendipità
Motivazione:
Il fortuito rinvenimento di alcune ossa umane, in occasione della cerimonia di nomina dei nuovi confratelli della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, mette in moto un’ossessiva ricerca da parte di una curiosa bibliotecaria ed una tenace poliziotta che ci accompagnano, sorrette da una fluida e avvincente narrazione, alla scoperta di intrighi e tragici, orribili eventi del passato.
Merita anche una particolare menzione la fedele ambientazione veneziana del racconto con dovizie di particolari e fine cura narrativa.
Terzo Premio:
Bruno Trangoni
Opera:
l’inseguitore
Motivazione:
La curiosa abitudine di osservare passanti e cercare con la fantasia di costruire storie, arrivando alla paradossale situazione di inseguire sconosciuti lungo le calli di Venezia per immergersi nei labirinti della mente umana, è alla base di un fantathriller veramente mozzafiato con continui colpi di scena, capaci di suscitare suspense e di creare brillanti sequenze narrative che si snodano da un capo all’altro di una conturbante città lagunare.
SEZIONE “I LIOPICCOLI” Poesia
Primo Premio:
Sofia Viviani
Sotto un salice danzante
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Libertà
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HAIKU: estate
Motivazione:
Le poesie di Sofia Viviani si sono lodevolmente distinte per la maturità dei temi affrontati
e la padronanza del linguaggio.
Ma anche per le buone costruzioni linguistiche e i diversi
stili di componimento in cui la piccola poetessa si è cimentata.
Secondo Premio:
Autori Vari
Cristian Zhou Fangtao
Fabio Di Rauso
Juno Bonaldo
Alvise Mainardi
Nina Scurati
Leonardo Hu Yixuan
Leonardo Gino Dario
Chiara Rosana
Alessandra Scutari
Nicoletta Lazzarini
Vittoria Nedoluzhko
Opera:
Pandemia Rap
Motivazione:
Pandemia Rap è un bel lavoro corale dove gli Autori hanno saputo con leggerezza ed ognuno con il
proprio punto di vista, affrontare il tempo difficile della malattia e della chiusura.
Ottimisticamente ed in modo sicuramente divertente.
Terzo Premio:
Ginevra Camilla Scotellaro
Vorrei
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Suonare
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Il primo giorno di primavera
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Il lama che ricama
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Una volta a Roma
Motivazione:
Bella la raccolta di poesie che Ginevra Camilla Scotellaro ha composto con versi dai toni
delicati. E commovente la sua volontà-necessità di porsi al centro di un universo dove i
suoni, i colori e le immagini sono un gioioso inno alla vita.
MENZIONI SPECIALI:
Sergio Gregorin
Coronavirus
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Dò tal palù
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I zerci ta l’aqua
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‘N sas
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Pirule de tenp
Motivazione e Menzione d’onore:
Il terzo premio va a questo autore, di cui colpiscono i suoni, il ritmo, le pause.
Piacevole è la lettura dei suoi versi, che colpiscono particolarmente per la capacità di penetrare ed incalzare il lettore.
Allo stesso poeta viene riconosciuta la menzione d’onore, perché non è così scontato saper comunicare i propri sentimenti in una lingua non comune tra autore e lettore.
Maria Rosaria Vetrugno
Cce te dice la mente
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Iou comu lu mare
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La pescareddra alli tiempi te lu coviddi
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La vita è beddra
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Nui e l’amore
Motivazione:
La giuria ha apprezzato la scelta dell’autrice di scrivere in dialetto, perché prima ancora dell’italiano la lingua madre riconsegna ai lettori le pieghe primitive dell’anima